Ad un incontro internazionalista a cui partecipavano correnti trotzkiste, della sinistra comunista e anarchiche, il rappresentante della Lega per la quarta internazionale se l’è presa con il Partido Obrero argentino e l’alleanza elettorale di cui fa parte, il Frente de la Izquierda. Il Partido Obrero sarebbe colpevole di abdicare all’autonomia che dovrebbe caratterizzare i partiti leninisti e di dar vita ad alleanze interclassiste. La prova? Stando a quanto afferma l’accusatore, al secondo turno delle elezioni presidenziali argentine una delle forze che compongono l’alleanza, Izquierda Socialista, ha dato indicazione di votare per Massa, peronista di destra, e la stessa candidata presidente dell’alleanza ha dichiarato, prima delle elezioni, di preferire lo sconfitto Massa al vincitore Milei. Risultato: il 70% degli elettori del Frente avrebbe votato per Massa al ballottaggio.
Che cosa avrebbe spinto il Partido Obrero a commettere questa vergogna? Sempre secondo l’oratore della Lega per la quarta internazionale alla base c’è la brama di denaro: i quattro partiti che compongono il Frente isolati non riuscirebbero a raggiungere il quorum necessario per ricevere i rimborsi elettorali, uniti invece possono ricevere i sussidi da parte dello stato. Accedendo a questi rimborsi il Patido Obrero finisce per legarsi a partiti opportunisti e borghesi, annacquando la propria caratteristica rivoluzionaria.
La conclusione è scontata: solo un partito leninista organizzato rigidamente e dalla teoria adamantina può sottrarsi al richiamo delle sirene borghesi.
Purtroppo non è la prima volta che un partito che si dice operaio partecipa alla competizione elettorale, a poco a poco si corrompe e finisce per fare scelte che vanno contro la sua base elettorale, se non addirittura sparare addosso agli operai, come fecero Millerand in Francia e Noske in Germania. Non è nemmeno la prima volta che si leva un castigatore del parlamentarismo, salvo poi rivendicare per sé i voti che prima andavano ai corrotti. È stato così con i massimalisti contro i riformisti, i comunisti contro i socialisti, della nuova sinistra contro la sinistra burocratica. E sempre si è gridato alla corruzione.
Ma la corruzione non è fatta dagli uomini corrotti, è la pratica sbagliata, la pratica elettorale che finisce per corrompere eletti ed elettori. Perché se ci si abitua ad ottenere risultati con la scheda elettorale saremo impreparati quando, e può essere prima di quel che si creda, sarà necessario ricorrere a mezzi risolutivi.
Il Partido Obrero argentino è solo l’ultima vittima di una cloaca che ha inghiottito vecchie barbe, baffoni e pizzetti.
Tiziano Antonelli